Non azzardo pareri su Beggio

, aveva fatto diventare la fabbrica di biciclette del padre, in pochissimi anni, in una delle piu' grandi aziende motociclistiche d'Europa, la sua fortuna erano stati gli scooter cinquanta e prima ancora le ottime 125 stradali che allora erano di moda fra i sedicenni, , trionfi nell'enduro con Passeri e mondiale di trial vinto nel 1992 con Thommy Avhala nel trial, se mi ricordo bene anche qualche titolo italiano di motocross con Ivan Alborghetti nella 125 e con qualche altro pilota, qualche successo commerciale con le moto da enduro, specie le 125 e qualche migliaia di Climber 280 da trial vendute, dopodiche' aveva iniziato la scalata alle maxi cilindrate ma le Rs 1.000 bicilindriche equipaggiate con l'ottimo motore Rotax avevano incontrato il successo di vendite soltanto in Inghilterra, da noi era molto difficile proporre una anti-Ducati e per giunta dalla pessima estetica, da li' in po' i designer Aprilia iniziarono a disegnare una moto piu' brutta dell'altra (e continuano quella linea anche adesso...),qualche successo commerciale con la Pegaso 650, il flop della Moto 650 disegnata da Philippe Starck, qualche proposta decisamente all'avanguardia e non capita dal grande pubblico, tipo la Caponord 1000,una delle prima maxi enduro stradali arrivata prima della moda di quelle moto, poi, forse peccando di manie di grandezza aveva iniziato ad acquistare il marchio e lo stabilimento Guzzi, unendo i debiti dell'Aprilia a quelli della Guzzi, acquisi' anche il marchio Laverda che fini' su degli orrendi quad economici prodotti in Cina, poi arrivo' la Piaggio che si prese tutto prima di arrivare al fallimento, marchi e, soprattutto debiti, e Ivano Beggio venne mandato in esilio molto velocemente!